I crediti deteriorati, ovvero la massa di incagli, sofferenze e crediti ristrutturati, continuano a rappresentare il tallone d'Achille delle banche italiane (vedi Analisi trimestrale dei bilanci R&S-Il Sole 24 Ore).
Se scorriamo i dati degli ultimi sei anni relativi a primi nove gruppi bancari scopriamo che il picco minimo è stato il 31 dicembre 2007, quando i crediti deteriorati in rapporto ai crediti totali alla clientela hanno raggiunto in media il 2,7%. Alla stesse data i crediti deteriorati del campione rappresentavano nell'ordine il 21,4% del loro capitale netto e il 35,6% del loro capitale netto tangibile (cioè il capitale netto depurato degli attivi immateriali come gli avviamenti). La situazione è andata peggiorando gradualmente nel 2008 per poi aggravarsi l'anno successivo con l'esplodere della crisi. Alla fine del 2009, mentre il Prodotto interno lordo nazionale arretrava del 5,2%, i crediti deteriorati dell'aggregato bancario in questione salivano al 5,8% dei crediti totali alla clientela, al 46,8% del capitale netto e al 79,5% del capitale netto tangibile. E nel marzo del 2010, nonostante l'inversione di segno del Pil (aumentato dell'1,3% su base annua), la situazione dei crediti è continuata a precipitare. Rispetto ai crediti totali alla clientela, i crediti deteriorati del campione erano balzati al 6%, mentre erano saliti al 46,5% e al 77,1% in rapporto rispettivamente al capitale netto e al capitale netto tangibile.
La cose sono andate aggravandosi nei successivi dodici mesi. Al 31 marzo di quest'anno (ultimo dato disponibile) i crediti deteriorati dei primi nove gruppi bancari hanno raggiunto il 6,5% di quelli totali alla clientela, il 50,6% del capitale netto e l'82,4% del capitale netto tangibile dell'aggregato.
L'accelerazione sembra essersi esaurita nella prima metà del 2010, ma non vi sono ancora chiari segnali di rientro. Anzi, se il rallentamento dell'economia registrato nel primo trimestre 2011 dovesse perdurare nei trimestri successivi, la qualità del credito bancario potrebbe risentirne ulteriormente.
Naturalmente il problema è decisamente rilevante. Tuttavia nasconde un problema probabilmente ancora più grave, che è il dterioramento del credito commerciale non bancario. Se le aziende non possono più finanziare il circolante con finanziamenti rolling a breve che le banche (giustamente) non erogano a fronte dell’aumentato rischio di insolvenza, devono fare fronte a esigenze di cassa sempre più elevate e hanno clienti che non pagano o pagano male, le conseguenze quali sono? E i rimedi? Manovre economiche che bloccano il pagamento dei risarcimenti civili?
ilproblema è reale e non si arrestano purtroppo le sofferenze. non dimentichiamo anche ilruolo della pubblica amministrazione come “cattiva” pagatrice che rende diverse imprese inaccettabili sotto il profilo bancario. anche le banche vanno aiutate aumentando la percentuale di deducibilità sulle soffrenze.
Le manovre inventate dal governo creano crisi. Con questo sistema invece si risolve il debito e si genera crescita
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