Leggiamo il discorso dell’amministratore delegato di Snam, Marco Alverà (nella foto), all’assemblea degli azionisti a proposito del processo di diversificazione del gruppo controllato dallo Stato attraverso Cassa Depositi e Prestiti. E’ una lunga citazione che merita di essere letta, dopo capiremo perché (articolo scritto il 6 maggio 2019). Ha detto Alverà, aspirante successore di Claudio Descalzi al vertice di Eni: “Nel 2018 abbiamo…avviato nuovi business volti a favorire la decarbonizzazione consentendo a Snam di svolgere un ruolo chiave nella transizione energetica. Snam ha acquisito il controllo di Ies Biogas, azienda italiana leader nella realizzazione di impianti di biogas e biometano, e di Enersi Sicilia, società proprietaria del titolo autorizzativo per lo sviluppo dell’infrastruttura di produzione di biometano da rifiuti solidi urbani della provincia di Caltanissetta, che fornirà ai comuni limitrofi una soluzione totalmente rinnovabile al problema dello smaltimento. Il biometano – ha continuato Alverà – avrà un crescente ruolo in Italia e in Europa come fonte rinnovabile altamente sostenibile dal punto di vista economico, potendo far leva su infrastrutture di trasporto e stoccaggio esistenti”.

E ha aggiunto, badate bene: “L’investimento nel settore del biometano si integra con quelli realizzati nella mobilità sostenibile, in particolare con l’acquisizione di Cubogas, realtà leader nelle soluzioni tecnologiche per stazioni di rifornimento di gas naturale per l’autotrazione. Complessivamente, al 31 dicembre 2018 nella mobilità sostenibile sono state contrattualizzate 50 stazioni di rifornimento di Cng/L-Cng , e Lng bio (di cui 34 con Eni). Con il gruppo Api è stato firmato un accordo quadro per la realizzazione di circa 200 nuovi impianti di rifornimento di gas naturale e biometano”.

Non solo: “La produzione del gas naturale e rinnovabile nel settore automotive è anche alla base dell’accordo strategico firmato con Seat a novembre”. Come se non bastasse: “Abbiamo investito nel settore dell’efficienza energetica con l’acquisizione del controllo di Tep Energy Solutions, una delle principali Esco italiane, la cui missione è rendere più competitivi i propri clienti attraverso la riduzione della spesa energetica. Gli studi sulla tecnologia power-to-gas e sull’idrogeno, tra cui il progetto Hyready, integrano e arricchiscono lo sviluppo dei nuovi business”. Insomma, è stata la conclusione di Alverà: “Questa è la Snam del futuro…. leader nelle rinnovabili, ad alto profilo tecnologico e sempre interconnessa con il territorio”.
Nei settori diversi dal trasporto del gas il gruppo dichiara di voler investire 850 milioni tra il 2019 e il 2022.

Dallo statuto di Snam emerge tuttavia un non trascurabile particolare: nella descrizione dell’oggetto sociale (articolo 2) non ritroviamo alcun riferimento a queste attività. La società può svolgere “l’esercizio diretto e/o indiretto…di attività regolate di trasporto, dispacciamento, distribuzione, rigassificazione e stoccaggio di idrocarburi,…ivi inclusi la produzione di idrocarburi collegata all’attività di stoccaggio degli stessi, lo stoccaggio di altri gas, l’attività di misura dell’energia nonché la gestione di mercati organizzati del gas”.
Snam deve circoscrivere il suo raggio d’azione a tutto ciò che attiene al trasporto e allo stoccaggio del gas, non è previsto possa occuparsi di settori non regolati dallo Stato come la produzione di biocarburanti, la costruzione di impianti di biometano e di Biognl o la vendita di servizi di efficienza energetica.
Il Tesoro-azionista è a conoscenza di questa situazione? Dobbiamo ritenere di si. Forse intende proporre una modifica dell’oggetto sociale di Snam? O Alverà sta facendo tutto da sé? Peraltro nei biocarburanti e nell’impiantistica operano rispettivamente Eni (di cui Snam faceva parte) e Saipem (deconsolidata da Eni qualche anno fa), a loro volta controllate dallo Stato. Non sarebbe opportuno che i ministeri del Tesoro e dello Sviluppo dessero un indirizzo di politica industriale a Eni e Snam, evitando sovrapposizioni e sconfinamenti di campo e dirimendo sul nascere i conflitti di interesse?

Snam è stata scorporata da Eni in osservanza al principio di separazione tra attività di trasporto e attività di produzione e di vendita del gas: il trasporto e il dispacciamento debbono essere neutrali per garantire identiche condizioni di accesso alla rete a qualsiasi operatore; la produzione e la vendita sono attività in concorrenza. Ci chiediamo e chiediamo al ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, a quello dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli e al presidente dell’Autorità per l’energia Stefano Besseghini, quali garanzie di terzietà potrebbe offrire in futuro l’operato di Snam se il suo ruolo di trasportatore dovesse sovrapporsi a quello di utilizzatore della rete.
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Replica l’azienda: “Siamo entrati nei settori collegati al trasporto del gas con l’ok di autorità e istituzioni”

Con riferimento all’articolo “Gas, Snam pigliatutto dimentica lo statuto ed entra nei servizi in concorrenza”, precisiamo che lo statuto di Snam, fermo restando il focus principale nelle attività regolate, non vieta in alcun modo l’ingresso in settori collegati. Per quanto riguarda il biometano – ma anche per l’efficienza energetica e la mobilità sostenibile – tutti i possibili passi sono naturalmente verificati con autorità e istituzioni competenti. Queste iniziative consentono a Snam di essere al passo con la transizione energetica in atto e mettono al servizio dello sviluppo del mercato ulteriori competenze a supporto del processo di decarbonizzazione nel nostro Paese. Cordiali saluti.
Salvatore Ricco, responsabile comunicazione Snam, 6 maggio 2019

Ribadiamo che l’articolo 2 dello statuto della Snam, dedicato all’oggetto sociale, prevede che l’impresa operi nel trasporto e nello stoccaggio del metano. Non leggiamo alcun riferimento ad altri ambiti operativi. Prendiamo atto che l’ingresso in settori diversi da quelli contemplati nell’oggetto sociale sia stato verificato dalla Snam “con autorità e istituzioni competenti”. Sarebbe forse opportuno che tali “autorità e istituzioni” prendessero in seria considerazione una modifica statutaria.