L'economista Luigi Zingales esorta caldamente Matteo Renzi a spedire a casa, una volta eletto premier, le più alte cariche della burocrazia e i top manager delle imprese di Stato: se vuole il rinnovamento e non vuole restare prigioniero del vecchio, faccia piazza pulita dell'alta dirigenza pubblica.  Sostituisca i burocrati con le seconde linee e gli attuali capi delle aziende a controllo statale con manager esteri.


Parole come queste dovrebbero rappresentare un invito a nozze per il "rottamatore". La responsabilità dei burocrati nel dissesto economico e morale del paese è non meno grave di quella della politica. La loro inerzia e la loro sottomissione alla classe politica sono un ostacolo a qualsiasi progetto riformista, di destra o di sinistra. Ma cosa farà effettivamente Renzi?

Il governo che sta per nascere non mi piace, è un pasticcio peggiore delle larghe intese, è un governo di sinistra con un programma economico di destra, non a caso gradito a un certo mondo finanziario.  Ma almeno su questo Renzi potrebbe fare qualcosa di molto positivo. Il presidente del Consiglio in pectore ha una grande occasione per dare un segnale forte al paese. Ha ragione Zingales. Durante l'anno dovranno essere rinnovate 400 poltrone di Stato. In particolare sono in scadenza i consigli di amministrazione di Enel, Eni, Finmeccanica e Terna: colossi di Stato che operano in settori strategici come la produzione e il trasporto di energia, come l'aeronautico e gli armamenti. Il governo che sta per nascere ne approfitti per favorire il ricambio di queste aziende. Renzi vuole davvero rinnovare la classe dirigente? Lo dimostri subito, proponendo nuove figure e nuovi stili manageriali al vertice di Enel ed Eni, i cui Cda scadranno tra aprile e maggio. Sarà questo il suo primo banco di prova.  Paolo Scaroni, manager gradito a Berlusconi, chiede di essere riconfermato per la quarta volta nel ruolo di numero uno dell'Eni. Come reagirà Renzi? Gli ridarà l'incarico, anche a costo di tradire la sua fama di "rottamatore", oppure lo estrometterà, con il rischio di trovarsi contro Berlusconi?

Lo stesso rinnovamento è necessario nella macchina pubblica, dove occorre rafforzare i poteri delle autorità di regolazione dei mercati: Borsa, antitrust, telecomunicazioni e televisione, energia elettrica e gas, lavori pubblici e quant'altro. Penso anche alla Corte dei conti, la cui funzione di controllo dei bilanci dello Stato, degli enti locali e delle Regioni dovrebbe essere molto più incisiva e tempestiva di fronte al dissesto e alla mala gestio della pubblica amministrazione. Renzi faccia in modo che le authority non siano ostaggio delle lobby e siano poste nelle condizioni di esercitare pienamente il loro potere sanzionatorio, nell'interesse esclusivo della collettività.