La requisitoria del pubblico ministero al processo per la bancarotta della Parmalat è un documento corposissimo da non perdere, nella maniera più assoluta, perché è lo spaccato di un gruppo industriale marcio in un paese marcio. Ed io ve ne proporrò, a piccole dosi, i passaggi chiave nel corso delle prossime settimane. 


A introdurre l'atto d'accusa è Lucia Russo. "La storia di Parmalat – dice – non si presta alle semplificazioni, non si esaurisce nei trucchi contabili dei suoi fantasisti finanziari e non si esaurisce neanche nelle tante distrazioni di tanzi…C'è molto altro nella storia di Parmalat. Ci sono aziende comprate per ingraziarsi la banca di turno, che era esposta nei confronti dell'azienda da acquisire. E poi ci sono anche società rilevate su richieste di politici e amici di Tanzi. E poi ci sono ininterrotti flussi finanziari che vanno in modo illecito a uomini e partiti politici, perché quei soldi servivano per chiedere favori, per esempio per mettere ai vertici delle banche le persone di fiducia, così innescando doveri di gratitudine in una continua distorsione di quella che è la fisiologia del sistema. E poi ci sono le banche naturalmente, che hanno avuto una grande responsabilità nel tenere in piedi la più grande fabbirca di debiti nella storia del capitalismo europeo, il più delle volte scaricando sui risparmiatori il rischio Parmalat. E non sono immuni da colpa neanche le autorità di  controllo pubbliche e private. Anche di loro avremo modo di parlare – aggiunge il pubblico ministero Lucia Russo -. Ma la consapevolezza delle molteplici responsabilità non si può tradurre in una minimizzazione delle responsabilità individuali. Quando le patologie diventano sistemiche molte volte la tentazione del sistema è auto assolutoria. Si dice molto spesso: tutti colpevoli, nessun colpevole. Non è così. La Procura di Parma ha rigettato le opzioni minimaliste…Noi oggi siamo chiamati a valutare il ruolo di coloro che essendo intranei al gruppo Tanzi Parmalat, perché così lo chiamavano le banche, attraverso le loro condotte attive ed omissive  consentirono a Tanzi per un lunghissimo periodo di tempo di consumare indisturbato i suoi illeciti".