Il mio nuovo saggio, L’Italia nel petrolio. Mattei, Cefis, Pasolini e il sogno infranto dell’indipendenza energetica (Feltrinelli), scritto con Riccardo Antoniani, esce nel sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei e nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.

In vendita dal 25 ottobre 2022, questo libro ha una particolarità rispetto ai molti altri pubblicati sul fondatore dell’Eni e alla scarna produzione editoriale su Eugenio Cefis, suo successore al vertice dell’ente petrolifero e in seguito presidente della Montedison.
La prima parte è una ricostruzione storica delle vicende di Mattei e di Cefis, condotta prevalentemente attraverso ricerche d’archivio. Le due storie sono presentate in successione e dal loro accostamento emergono le differenti visioni strategiche dei due personaggi. Nella seconda parte affianchiamo invece all’indagine storica quella letteraria su Pier Paolo Pasolini. Lo scopo di questa contaminazione è di capire perché il grande poeta, scrittore, regista e intellettuale – ucciso nel 1975 all’idroscalo di Ostia – introdusse nel suo romanzo interrotto, Petrolio, pubblicato diciassette anni dopo la morte, alcuni capitoli in cui adombra una responsabilità di Cefis nell’eliminazione di Mattei. Il fondatore dell’Eni perseguì con costanza l’obiettivo dell’indipendenza energetica dell’Italia in una prospettiva europea. Fu assassinato alla vigilia di un accordo con l’Algeria, mentre stava negoziando parallelamente una sorta di tregua con la Standard Oil of New Jersey che avrebbe dovuto rasserenare i rapporti con le major petrolifere, rafforzandolo politicamente e bloccando le manovre dichi cercava di spingerlo fuori dall’Eni.
Se Mattei fu un battitore libero, nel quadro delle relazioni tra l’Italia e le potenze occidentali, che aprì canali commerciali con l’Urss e definì partnership industriali con i paesi arabi, Cefis fu un normalizzatore che operò per ricreare un equilibrio tra l’ente italiano, gli ambienti dell’Alleanza atlantica che si sentivano minacciati dalle aperture internazionali dell’Eni e le compagnie anglo-americane che puntavano a mantenere il controllo sul mercato mondiale degli idrocarburi.
Chi complottò dunque per sopprimere Mattei? Perché Cefis si dimise dall’Eni all’inizio del 1962 per poi ritornarvi da capo incontrastato dopo la scomparsa del suo predecessore? Perché come primo suo atto firmò la pace con la Esso? Cosa aveva scoperto Pasolini sulla morte del fondatore dell’Eni? Quali erano i rapporti fra Cefis e il mondo politico? È vero che aveva in mente un progetto di riassetto istituzione dell’Italia di stampo presidenzialistico? Perché uscì di scena improvvisamente nel 1977, ritirandosi in Svizzera? A queste e ad altre domande ricorrenti tra gli appassionati di storia abbiamo cercato di rispondere, sforzandoci di restare fedeli ai fatti.