La notizia che le maggiori case automobilistiche europee sono piene zeppe di liquidità (vedi post del 5 novembre 2010) ha destato interesse tra i lettori di questo blog.
Tra i diversi commenti che ho ricevuto mi ha colpito in particolare quello di un signore che si firma Viewer, il quale sostiene che la massa di liquidità – 80 miliardi di euro in totale – nei bilanci di Renaul, Bmw, Daimler, Peugeot, Volkswagen e Fiat possa preludere a operazioni di fusione e acquisizione o di diversificazione in settori anticilici come quello delle utilities. Tenderei francamente a escludere il parallelo con la Parmalat, evocato da un altro lettore, per un motivo molto semplice: l'abnorme valore della liquidità che la multinazionale emiliana dichiarava in bilancio prima del default era oggettivamente anomalo rispetto a quello medio delle principali aziende internazionali del settore, mentre nel caso in questione esso accomuna tutte le imprese dell'auto.
Ma, anche se l'eccesiva liquidità è un connotato comune a tutte le imprese dell'auto, il dato della Fiat – 13,5 miliardi di cassa, banche e titoli al 30 giugno 2010 – appare comunque stridente. La cifra è inferiore in valore assoluto a quella di Valkwagen (25 miliardi di euro) e allineata a quella di Daimler (13,3 miliardi). Ma segna un record nel confronto con gli attivi e con l'indebitamento. La liqudità della Fiat al termine del primo semestre 2010 rappresenta infatti il 18,4% dei suoi attivi totali (contro il 15,7% per Peugeot, il 12,9% per Volkswagen, il 10,9% per Renault, il 9,8% per Daimler e l'8,9% per Bmw) e il 43,3% dei suoi debiti finanziari totali (contro il 30,4% per Peugeot, il 26,9% per Volkswagen, il 23,3% per Renault, il 14% per Daimler e il 12,4% per Bmw).
Fiat in Europa è il secondo gruppo più indebitato, dopo Bmw, in rapporto al capitale netto. I debiti finanziari totali del Lingotto rappresentano il 255% del suo capitale netto, contro il 320% per Bmw. Eppure la casa tedesca ha in pancia un ammontare inferiore di liquidità. E' meno liquida anche la francese Peugeot, il cui rapporto debiti-capitale netto (241,5% al 30 giugno 2010) è abbastanza in linea con quello di Fiat.
E' possibile che questa montagna di liquidità, formatasi a partire dal 2009, sia in parcheggio in attesa che diventi operativa, il 1° gennaio 2011, la scissione di Fiat Auto (dove confluiranno tutte le attività automobilistiche, comprese Ferrari e Maserati, la Magneti Marelli, la Teksid, il Comau e i motori e le trasmissioni per autovetture e veicoli commerciali leggeri, mentre camion, veicoli industriali e per l'agricoltura finiranno a Fiat Industrial). Oppure potrebbe essere al servizio degli investimenti (8 miliardi nei prossimi due anni solo in Italia).
Questa la spiegazione offerta da Fiat, che potete leggere integralmente sul sito di Fiat group: "Il perdurare di un contesto economico difficile ed incerto…richiede particolare attenzione alla gestione del rischio liquidità. In tal senso sono state intraprese azioni tese a generare risorse finanziarie con la gestione operativa e a mantenere un adeguato livello di liquidità. Il gruppo prevede di far fronte ai fabbisogni derivanti dai debiti finanziari in scadenza e dagli investimenti previsti con la liquidità disponibile (che al 31 dicembre 2009 ammonta a oltre 12 miliardi di euro), i flussi derivanti dalla gestione operativa, il rinnovo o il rifinanziamento dei prestiti bancari e il ricorso al mercato obbligazionario e ad altre forme di provvista".
Mai pensato che facciano fatture d’acconto e quelle a saldo emesse l’anno nuovo in modo da rinviare la contabilizzazione dei costi.
Davide non è lontano dalla verità logica. Penso anche che nel 2011, in Europa , avremo uno sconvolgimento storico nell’auto dovuto ad acquisizioni e fusioni.
Continuo a pensare che la spiegazione di Fiat sia piuttosto vicino al vero. Occorre dare uno sguardo alle scadenze dell’indebitamento di Fiat molto probabilmente accumulate nei primi due anni. Su 19,8 miliardi di indebitamento (banche e bond) a fine 2009, ben 4 miliardi scadono entro dodici mesi e 11,7 miliardi entro cinque anni. Se degli 11,7 miliardi, 4 o 5 scadessero nel 2011 e 2012 avremmo un totale di 8-9 miliardi da rifinanziare sul mercato molto velocemente.
Con i mercati bancari e dei corporate bond molto illiquidi, con la crescita repentina degli spread e dei credit default swap, Fiat ha sicuramente dovuto rimandare nuove emissioni per non pagare spread pesanti e potrebbe temere ulteriori tensioni dovute a crisi di liquidità (i problemi del sistema bancario internazionale sono tutt’altro che finiti). In questa situazione, piuttosto eccezionale e non transitoria, il tesoriere di Fiat ha sicuramente il compito di non trovarsi mai a dovere chiedere fondi al mercato a tutti i costi e si mantiene un tesoretto cospicuo. Non mi sembra che basti per fare caccia grossa, ma è utile per fare investimenti di sostituzione e prendere qualche piccola preda nei vari settori in cui Fiat, che non è solo auto, opera.
La liquidità non serve di sicuro a pagare i bond in scadenza.
In questi mesi emittenti ben più sgangherati di Fiat stanno approfittando degli spread bassissimi che il mercato accetta per i corporate bonds per anticipare i rimborsi con emissioni a tassi inferiori e di piu lunga durata (per esempio, Wind, Europcar, Ineos , Ardagh Glass, Bombardier e altri).
Non sarebbe difficile per Fiat emettere altri bonds per rifinanziare i quattro in scadenza nel 2011, per un totale di circa 2,5 miliardi di euro, che rendono solo il 2,7 per cento. Potrebbe fare una “tender offer” o un’Opa su questi ed emetterne per 1 miliardo in scadenza nel 2016 e per 1,5 miliardi in scadenza nel 2018, a costo liquidità pari a zero.