Da uno studio Opec realizzato su dati della Società araba di investimenti petroliferi (Apicorp) si apprende che gli investimenti in progetti energetici degli Stati dell’Organizzazione dei paesi arabi esportatori di petrolio assommeranno nel periodo 2020-2024 a 592 miliardi di dollari, di cui 246,5 miliardi stanziati e 344,9 previsti.

Dalla ripartizione del volume degli investimenti, l’Arabia Saudita emerge come il più grande investitore nel futuro dell’energia, con una spesa prevista nel periodo considerato di 129,8 miliardi di dollari, di cui 55,1 miliardi per progetti stanziati e 74,7 per progetti previsti. In seconda posizione troviamo gli Emirati Arabi Uniti con un totale di 117,5 miliardi di dollari, di cui 50,9 per progetti stanziati e 66,6 per progetti previsti. E al terzo posto c’è l’Egitto con 100,2 miliardi di dollari di investimenti complessivi, seguito dall’Irak con 93,2 miliardi di dollari, dal Qatar con 43,8 miliardi di dollari, dall’Algeria con 43,1 miliardi di dollari, dal Kuwait con 40,2 miliardi di dollari, dal Barhein con 11,1 miliardi di dollari, dalla Libia con 9,7 miliardi di dollari e dalla Tunisia con 3,4 miliardi di dollari.

Quanto alla suddivisione per settori, il primo posto spetta ancora all’industria petrolifera con un ammontare di 189 miliardi di dollari, pari al 31,9% degli investimenti totali energetici dei paesi Opec. Ma a un’incollatura dall’industria petrolifera si colloca il settore elettrico, che assorbirà nel medesimo arco di tempo 185,2 miliardi di dollari di investimenti, seguito dall’industria del gas con 137,7 miliardi di dollari e da quella chimica con 78,7 miliardi di dollari.

In campo elettrico l’Arabia Saudita è il paese che investirà di più (41,1 miliardi di dollari), seguito dagli Emirati (40,8 miliardi di dollari), dall’Egitto (38,8 miliardi di dollari), dal Kuwait (20,7 miliardi di dollari), dall’Algeria (17,8 miliardi di dollari) e dall’Irak (14 miliardi di dollari).

Per il gas in Medio Oriente e in Nord Africa, l’Opec stima invece, sulla base dell’ultimo rapporto Apicorp, che il 2020 abbia avuto un andamento stabile nel confronto con l’anno precedente, a dispetto del calo della domanda mondiale di metano del 4 per cento.