Le quotazioni del greggio restano alte, ma continuano ad aumentare di pari passo anche le spese per la ricerca, l'esplorazione e lo sviluppo di nuovi giacimenti.  Per le majors internazionali gli investimenti nell'upstream potrebbero tramutarsi in un salasso finanziario.  Oggi, infatti, il petrolio ed il gas bisogna andarli ad estrarre, a costi sempre crescenti, nelle zone più impervie della Siberia oppure dalle sabbie e dagli scisti bituminosi dell'Africa, del Nordamerica e del Sudamerica.

 

Vi segnalo a questo proposito l'interessante l'articolo che Elena Comelli, giornalista esperta di problemi dell'energia, ha postato sul suo blog. Il succo dell'articolo è in questo passaggio: "Le major spendono sempre di più per estrarre il petrolio, ma ne producono sempre di meno. Intrappolate in questa spirale, le grandi perdono il favore degli investitori, che tendono a preferire le compagnie più piccole e più flessibili, nate dalla nuova ondata di sfruttamento degli idrocarburi non convenzionali, come il gas e il petrolio da scisti". Vai al link:  http://elenacomelli.nova100.ilsole24ore.com/2013/11/loro-nero-diventa-rosso.html